mercoledì 4 aprile 2012

Un giorno questo dolore ti sarà utile?


Non so chi lo disse in origine, forse saperlo mi aiuterebbe a crederci, ma spesso qualcuno mi ha presentato bell’e fatta la frase “ La vita non ci pone mai di fronte a eventi che non abbiamo la forza di affrontare”. Allora quasi quasi nel dubbio ho deciso di ingannarla questa vita, e adesso faccio finta di non poterne proprio più. Chissà che se la vita si mangia la foglia, magari mi lascia un po’ in pace? Va bene essere forte, ma qui mi sembra che si dà il dito e questa si prende tutto il braccio.

Poi l’altro giorno mi trovavo a Milano e in una delle mie mezz’ore di attesa treno (sia lodata la Feltrinelli Express) ho incrociato un libro che deve essere famoso ma io non lo conosco. “Un giorno questo dolore ti sarà utile”. Colta da raptus istintivo avrei voluto comprarlo e leggerlo d’un fiato in un’ora di viaggio, perché quel titolo mi appariva come la risoluzione per tutti i miei problemi. Poi ho pensato che sicuramente il contenuto non c’entrava un cazzo con i miei problemi, e che comunque adesso che ho il kindle i libri preferisco comprarmeli in formato digitale anche dato che ad oggi un solo spillo in più introdotto in casa mia potrebbe provocare un cataclisma globale, e poi devo studiare per il concorso e non voglio distrazioni.

Qualche volta mi è capitato di rammollirmi nel desiderio che qualcosa/qualcuno dall’alto o quantomeno dall’esterno mi fornisse uno spunto, un segnale di speranza. Però, at the end of the day, sono sempre stata orientata al risultato e sempre pronta a far leva e forza su me stessa, per tirarmi su le maniche quando le cose non andavano.

Se proprio mi rendo conto che non c’è nulla che possa colmare il divario tra i desideri e la realtà che vivo, mi consola pensare con Ben Harper “Make sure the fortune that you seek is the fortune that you need”.

Ma quando cerchi un bambino e hai un aborto e poi due e poi inizi ad affrontare una strada che non lo sai dove ti porterà, e hai paura che quel dove possa essere lontano dai tuoi desideri di cui sei sicura e consapevole, mi chiedo: poi come si fa a non costringere tuo marito a “non allontanarsi per più di 200 metri da casa e a girare con pantaloni in velcro” (cit.) quando sei prossima all’ovulazione, come si fa a fare l’amore proprio senza pensare a nulla nulla nulla se non a che lo stai facendo perché ne hai voglia, come cavolo si fa a non guardare il calendario e programmare un giorno di ferie proprio li in mezzo al ciclo? Che si fa? Ci si dice to’ che caso a metà mese in ufficio proprio non c’è un cazzo da fare e quindi che ne dici se oggi ce la spassiamo come due ragazzini che tagliano da scuola perché hanno proprio voglia di qualche ora di buon sesso selvaggio? E comunque se poi, nonostante tutte questa casuali accortezze poi il casuale obiettivo non fosse centrato, come si fa a ripiegare “bè ma riproviamoci causalmente tra un mese, sicuramente saremo più fortunati”?

A dire il vero non ho ancora trovato neanche un dolore, tra quelli che ho provato nella vita, che mi sia tornato utile per affrontare l'odioso dilemma. Alla fine, mi sa che è per questo che il libro non l’ho comprato.